Mosaico pavimentale
Roma, Italia
Galleria Borghese
I sec. A.C.; 200-300 d.C.
Mosaico
Arte romana
senza inventario
Tessere marmoree
455 x 685 cm
Scavi di Castellarcione presso Bagni di Tivoli (Roma)
Durante il riallestimento tardo settecentesco della Villa, voluto da Marco Antonio IV Borghese, l'architetto Antonio Asprucci decise di rivestire completamente il pavimento della “Stanza dell'Ermafrodito” con mosaici antichi: una consuetudine molto apprezzata all'epoca, il cui effetto decorativo raggiungeva effetti di potente suggestione. Il visitatore si muoveva infatti all'interno di un ambiente il cui rivestimento pavimentale, vero e proprio “tappeto di mosaico”, diventava al tempo stesso parte integrante della decorazione moderna e oggetto musealizzato. L'assemblaggio, operato nel 1781, utilizzò mosaici provenienti dagli scavi di un grande stabilimento termale effettuati nella località Castellarcione, possedimento della famiglia Borghese situato sulla Via Tiburtina presso Bagni di Tivoli, non lontano dalla celebre Villa Adriana. Il mosaico più antico, a fondo bianco con motivo “a stelline” (quattro tessere nere accostate in forma simile a una stella), è circondato da una cornice a meandro policromo. Al centro della sala è un riquadro, più tardo, con una scena di pesca circondato da una cornice a treccia multipla con foglie di acanto agli angoli. Un secondo riquadro coevo, sempre con scena di pesca, è collocato sul gradino nel vano della finestra. L'originale utilizzo di rivestimenti a mosaico autentici, come richiamo all'Antico caratteristico degli ultimi decenni del Settecento, fu una moda che ritroviamo negli stessi anni anche nelle Gallerie Pontificie (celebre la Sala Rotonda del Museo Pio-Clementino con i mosaici del sec. III d.C.) e in palazzi nobiliari, come il raffinatissimo Gabinetto nobile di Palazzo Altieri a Roma.
Sulla base dell'analisi stilistica il mosaico in bianco e nero “a stelline” con cornice a meandro a più colori è datato al sec. I a.C.; gli “emblemata” con scene di pesca al 200-300 d.C. L'assemblaggio risale al 1781.
I due riquadri con scene di pesca provengono dagli scavi effettuati nel XVIII secolo a Castellarcione, possedimento della famiglia Borghese
La provenienza è documentata nella descrizione della Villa del 1796 (Lamberti, Visconti 1796).
Guadalupi Gianni, Coliva Anna, Napoleone Caterina, Minozzi Marina, Villa Borghese, Collana Grand Tour, n. 30, Milano: Franco Maria Ricci, 2002.
Lamberti, Luigi, Visconti, Ennio Quirino, Sculture del Palazzo della Villa Borghese, Roma, 1796.
Moreno, Paolo, Viacava, Antonella, I marmi antichi della Galleria Borghese. La collezione archeologica di Camillo e Francesco Borghese, Roma, 2003.
Marina Minozzi "Mosaico pavimentale" in [Discover Carpet Art] , Museum With No Frontiers, 2018. http://www.museumwnf.org/thematicgallery/thg_galleries/database_item.php?itemId=objects;DCA;it;Mus32;1;it&id=mosaics
Numero di lavoro di MWNF: IT2_001